FondsGoetheanum: Le api e noi

Qualche cifra

100 000 km
Per produrre una libbra di miele, ci vogliono 50 000 voli. Se la prateria si trova a 1km, ciò rappresenta 100 000 km per un vasetto di miele

50 mg
50 mg di nettare : è quel che trasporta un’ape per ogni volo. Ciò produce 10 mg di miele.

125 000
Per 100 g di cera, ci vogliono 125 000 scaglie di cera secretate dalle ghiandole delle api.

1,5 milioni di km  
Per la costruzione dei favi di una colonia, bisogna trasformare circa 1200 g di cera. Per farlo, ci vogliono 7,5 kg di miele, il che corrisponde a 1,5 milioni di voli.

30
L’ape estiva vive circa 30 giorni, quella invernale circa 7 mesi.

200 000
Durante un’intera stagione, una colonia sana fa nascere 200 000 api.

Fino a 2000
L’ape regina depone da 1500 a 2000 uova al giorno, ovvero l’equivalente del suo proprio peso.

Lasciarsi guidare dagli impulsi della colonia delle api

Una colonia conta fino a 40 000 api. Esse costituiscono un organismo di ordine superiore. Sciamare, la costruzione naturale di favi e l’allevamento delle api regine stimolano la vitalità e l’immunità delle api. Una conoscenza trasmessa da Rudolf Steiner e che è tutt’oggi di grande attualità.

Una colonia di api è sempre stata risentita come un’unità, un tutto.  Due secoli fa, quel che succedeva nell’alveare e l’apparenza del suo spazio interno erano ancora nascosti e quindi, misteriosi. Era impossibile gettare uno sguardo all’interno dell’alveare per una ragione molto semplice: le api si costruivano una dimora stabile, fissando i favi in tronchi d’albero cavi o sulle pareti dell’alveare. Per raccogliere il miele o la cera, bisognava dunque distruggere la dimora delle api.

Dobbiamo la maggior parte delle nostre conoscenze sulle api all’invenzione dell’alveare a telaio mobile.

Uno sguardo all’interno dell’alveare

Questa situazione cambiò al 19mo secolo con la comparsa degli alveari con favi mobili. In questo tipo di costruzione, dei telai di legno sono sospesi negli alveari. Le colonie vi edificano i loro favi, che possono essere ritirati e rimessi al loro posto in qualsiasi momento, senza essere distrutti. E’a questa invenzione che dobbiamo la maggior parte delle conoscenze sulla vita e la biologia delle api. Ciò permette di determinare i diversi stadi dello sviluppo e l’età delle api, sia dei fuchi che delle regine. Sui favi ritirati, è stato possibile marchiare le api operaie dopo la nascita e seguire le fasi della loro vita interamente consacrata al lavoro. All’inizio si affidano loro compiti nell’alveare stesso : lavori di pulizia, di riscaldamento del cibo e delle covate ; più tardi saranno incaricate della secrezione della cera e della costruzione di favi, poi della sorveglianza dell’entrata dell’alveare e, verso la fine della loro vita, diventate bottinatrici, si occuperanno della colletta del nettare, del polline e dell’acqua. Sui favi mobili, si è potuto osservare e decifrare la “danza frenetica”, codice tramite il quale le bottinatrici informano le loro sorelle del luogo e della qualità delle fonti di nettare e polline. L’estrema precisione della regolazione termica nell’alveare, particolarmente intorno alle covate e la costruzione degli alveoli hanno ugualmente potute essere osservate grazie a questi favi amovibili.
Malgrado che i grandi progressi della ricerca sulle api abbiano considerevolmente allargato le nostre conoscenze, l’organo supremo che dirige la vita della colonia non ha ancora liberato tutti i suoi segreti. Anche se possiamo capire parecchi processi specifici e il legame che li unisce, in diversi modi il loro significato all’interno del sistema globale rimane ancora oscuro.
Le conoscenze derivate da queste ricerche hanno largamente contribuito a razionalizzare l’allevamento delle api e a perfezionarlo. L’uomo oggigiorno domina e sfrutta più che mai i diversi aspetti dell’essere vivente che rappresenta la colonia di api.

La riscoperta dell’unità

E’ l’amore per le api che riunisce tutti gli apicoltori, indipendentemente dal modo di condurre la loro azienda agricola, perchè sono tutti ugualmente affascinati dal misterioso processo che si svolge nella colonia. Nel 1923, durante una serie di conferenze, Rudolf Steiner ha parlato delle api e della relazione tra ape e uomo. Le colonie sono un organismo unitario e, in quanto tale, dovrebbero avere la possibilità di moltiplicarsi sciamando, di costruire i loro favi da sole, in modo naturale e senza pareti intermedie (cioè senza fogli di cera artificiale) e di poter selezionare le regine nate dalla loro propria popolazione. L’allevamento di api rispettoso della natura lavora con questi tre impulsi fondamentali, così come lo fanno gli apicoltori Demeter. L’allevamento di api rispettoso della natura è caratterizzato dalla presa in conto dei bisogni e delle possibilità delle api. La ricerca attuale sulle api conferma il fatto che le colonie si fortificano quando questi impulsi elementari sono rispettati.

La sciamatura è un processo sano. Sciame di api in Svizzera centrale.


Sciamare, una fonte di giovinezza

Lo sciamare può essere compreso come un processo di morte della vecchia colonia, che abbandona l’alveare, i favi, la covata e tutte le provviste, proprio come l’anima umana che abbandona il proprio corpo. Ma, nello stesso tempo, si tratta pure della preparazione alla nascita di una nuova colonia, che si produce nel momento esatto in cui lo sciame ha trovato nella natura un posto cavo, o è ricollocato dall’apicoltore in un nuovo alveare. Le api che sono partite con la vecchia regina per fondare una nuova colonia terminano il loro ciclo di vita entro trenta giorni. La colonia si è completamente rinnovata. La vecchia regina continua a vivere nelle giovane colonia e depone coscienziosamente le sue uova negli alveoli; essa può raggiungere l’età di 5 anni.
Mentre si prepara a sciamare, la fisiologia della colonia si modifica. La vecchia regina riceve un nutrimento povero di proteine e smette di deporre le uova. Le api operaie riempiono il loro gozzo di miele, attivando le ghiandole produttrici di cera. Dopo l’arrivo nel nuovo alveare, senza nessuna esitazione, le operaie costruiscono degli alveoli bianchi come neve. Le giovani colonie adorano costruire! Chiunque abbia potuto osservare questo processo sa che i favi costituiscono lo scheletro della colonia. Come le ossa di un mammifero, sono formati in modo individuale, a partire dalla sostanza propria della colonia.
In seno alla popolazione rimasta nell’antico alveare, la giovane regina finisce di maturare ancora qualche giorno dopo la schiusura dell’uovo, prima di intraprendere il suo volo nuziale. In alto nel cielo, di fronte al sole, sarà fecondata da una dozzina di fuchi. I fuchi moriranno dopo l’accoppiamento. L’ape regina comincerà à deporre le uova solamente dopo il volo nuziale. Per tutto il resto della sua vita avrà abbastanza riserve di spermatozoi per fertilizzare le sue uova.

I vantaggi della moltiplicazione della colonia tramite la sciamatura naturale

Oggigiorno sappiamo che la sciamatura è un atto di igiene e quindi di guarigione. La colonia “abbandonata” e la giovane colonia che ha trovato una nuova dimora, traversano inizialmente un periodo senza deposizione di uova. Nella colonia rimasta, la giovane regina potrà deporre le uova solamente dopo il volo nuziale. Nelle giovane colonia, bisogna cominciare a costruire favi affinchè la regina possa depositarvi le sue uova. Visto che diverse malattie possono svilupparsi nelle covata, questo periodo è decisivo per l’igiene e la salute delle colonie.

I favi costruiti naturalmente

La costruzione di favi tramite le api stesse è un metodo usato in apicoltura per risanare le colonie affette da germi di peste europea o americana. La secrezione di cera e la costruzione di favi contribuiscono alla salute delle colonie.

Regine nate nella propria colonia

La formazione di nuove colonie con delle api regine che ne provengono e che sono fecondate nel corso di un volo nuziale naturale e locale, rinunciando alle tecniche artificiali di selezione, ha influenze benefiche sulla salute delle colonie. Ciò rappresenta, da una parte un contributo importante al mantenimento della diversità genetica. D’altra parte, ciò facilita a medio termine e durante parecchie generazioni, l’adattamento delle colonie alle condizioni ambientali specifiche del loro abitato. Come per tutti gli altri esseri viventi, varietà e adattamento genetico sono le condizioni e la garanzia di un’evoluzione riuscita. Le regine nate nella propria colonia sono le meglio armate  per riuscirci. Esse non regnano, ma si adattano armoniosamente ai bisogni, alle leggi e alle intenzioni della loro colonia.

L’attitudine è decisiva

Al giorno d’oggi, l’obiettivo di tutti, allevatori, consumatori e autorità è di praticare un allevamento di animali domestici il più rispettoso possibile di ciascuna specie. L’allevamento di mucche, galline e maiali si è già avvicinato molto a questo obiettivo. Per il benessere e la salute delle api è necessario  fare ancora qualche progresso. Tutti i problemi delle api non saranno certamente risolti unicamente tramite un allevamento rispettoso della natura – la mancanza di diversità floreale, i pesticidi, le monocolture, etc..., porteranno ancora pregiudizio alle colonie -. Tuttavia, se grazie ad una profonda empatia, possiamo migliorare il benessere delle api, se possiamo assicurare alle colonie di poter esprimere i loro comportamenti innati fondamentali, come la sciamatura, la costruzione di favi e la selezione naturale della discendenza delle regine, ciò condurrà ad una vittoria nel miglioramento a lungo termine della loro salute.

Dr. Johannes Wirz, biologo