Rubriche

Gli «Enigmi dell'anima» e i tre sistemi autonomi

 

Nel 1917, in un articolo sugli «Enigmi dell'anima» rese pubblica una delle sue più notevoli scoperte. Dopo trent'anni di ricerche silenziose giunse alla conclusione che, nel campo della psicologia e della filosofia, è erroneo ammettere che certe funzioni psichiche siano connesse con dei processi nervosi. Secondo lui, dal sistema nervoso dipende soltanto la «rappresentazione». Come il «sentimento» dai fenomeni ritmici della respirazione e della circolazione del sangue, e la «volontà» dai processi metabolici.
Funzioni nervose, respirazione e circolazione, metabolismo, per quanto strettamente legati, sono pure singolarmente indipendenti. La concezione di questi tre sistemi organici autonomi sarà di grande aiuto a Steiner quando si occuperà dell'organismo sociale.

La costruzione del Goetheanum attirò sul movimento antroposofico l'attenzione di un pubblico sempre maggiore. Entravano ora a far parte del movimento personalità che non erano soltanto alla ricerca di qualcosa per sé, ma che volevano dare. Erano disposte ad offrire le loro capacità professionali, le loro particolari specializzazioni, in breve tutta la loro energia lavorativa. Non era Rudolf Steiner ad «assegnare» compiti. I soci venivano a chiedergli consigli ed egli indicava loro una direzione, ma stava poi a loro prendere tutte le decisioni. Nacquero così i movimenti affiliati, le cosiddette «figlie» dell'antroposofia.

 

 

La tripartizione dell'organismo sociale e i Memoranda del 1917

 

Grazie all'iniziativa di alcuni antroposofi nacque un movimento per la «tripartizione dell'organismo sociale». Rudolf Steiner, pur recando valido aiuto a individui singoli durante la prima guerra mondiale, non poté fare molto per quanti soffrivano nel mondo. Di questo era molto addolorato. Attraverso un'iniziativa privata gli venne offerta la possibilità, durante l'estate del 1917, di far conoscere le proprie vedute sulla situazione di allora e sulle necessità dell'epoca ad alcuni uomini di stato tedeschi ed austriaci. In una serie di Memoranda Steiner dimostrò come la vera causa della guerra in corso non derivasse dall'aggressività di certi Stati, bensì dalla rovinosa confusione fra gli interessi politici, economici e culturali che regnava nei paesi belligeranti.

Soltanto la formazione per ciascuno di quei domini: il politico, l'economico, il culturale, di corpi ben costituiti, i quali agissero per avvicinare i popoli e non per separarli, permetterebbe di evitare futuri conflitti mondiali. I governi della Germania e dell'Austria avrebbero dovuto, egli suggeriva, indicare come loro scopo di pace una riforma da realizzare secondo un principio di tripartizione dell'organismo sociale. I popoli dell'Europa Centrale, effettuando questa riforma, sarebbero stati giudicati dal mondo in generale, nonostante lo scatenamento delle passioni, con maggiore comprensione. In Russia (dove all'epoca caotica seguita alla rivoluzione di marzo, si era infinitamente stanchi della guerra) una manifestazione pacifica del genere avrebbe potuto esercitare un influsso considerevole.

Steiner ebbe un drammatico colloquio con Richard von Kühlmann, divenuto nel 1917 Ministro degli Esteri in Germania. Tale colloquio ebbe per risultato che il Conte Arthur Polzer-Hoditz, capo-gabinetto dell'Imperatore d'Austria Carlo I, prendesse a studiare con molta attenzione il memorandum in questione. Egli trovò che la proposta di Rudolf Steiner «considerava pienamente le necessità pratiche dell'avvenire». Tuttavia i suoi suggerimenti gli sembravano così rivoluzionari da non consentirgliene la difesa prima che l'imperatore Carlo I non lo chiamasse a udienza. L'udienza concessagli, nella quale egli diede le sue dimissioni, fu l'ultima. L'idea della tripartizione doveva ancora aspettare per avverarsi.

 

 

1919, pubblicazione de 'I punti essenziali della questione sociale'

 

Un secondo tentativo ebbe luogo nella primavera del 1919. Dopo la sua capitolazione, nel novembre 1918, la Germania visse per parecchi mesi sotto la minaccia di una rivoluzione. Gli operai chiedevano salari più alti, la riduzione delle ore di lavoro, la partecipazione alla direzione delle ditte. Si riteneva rimedio universale la nazionalizzazione dei mezzi di produzione. Alcuni industriali chiesero allora a Steiner di apportare il suo contributo alle discussioni che si tenevano in tutto il paese sull'avvenire della Germania. Ad aprile del 1919 egli pubblicò I punti essenziali della questione sociale. Inoltre, insieme ad alcuni suoi collaboratori, si prodigò in una serie di conferenze (in diversi sale, birrerie, officine, davanti a industriali e operai svizzeri e tedeschi). In quelle conferenze Rudolf Steiner e i suoi collaboratori si sforzarono di dimostrare come gran parte delI'agitazione rivoluzionaria fosse dovuta a ben altre cause, più profonde, che non fossero quelle generalmente supposte. Il «complesso di inferiorità» degli operai proveniva dal sentimento che essi si sentivano frustrati, non tanto nel dominio politico ed economico, quanto in quello culturale. «Soltanto la partecipazione ad una libera vita spirituale, la quale miri ad impartire ad ogni cittadino la migliore educazione intellettuale e morale possibile, potrebbe soddisfare le vere rivendicazioni sociali dei lavoratori». Per quanto concerne la situazione materiale degli operai, l’avviso di Steiner era che la preponderanza così accentuata del fattore economico nel mondo attuale non può mai venir combattuta con mezzi politici. Una politica interamente affrancata da ogni influenza economica sarebbe la migliore protezione dei diritti dei lavoratori. La politica dovrebbe avere unicamente la funzione di stabilire sulla base dell'eguaglianza le relazioni giuridiche fra i cittadini e farle rispettare. La vita economica basata sulla collaborazione e l'associazione dei produttori e dei consumatori risulterebbe allora compenetrata di sentimenti fraterni e non sarebbe più una lotta per il profitto. Grazie alla sua maniera cordiale e diretta di esprimersi, Steiner trovò consensi soprattutto nel personale delle fabbriche non organizzato in sindacati (personale che in quel tempo costituiva ancora, in Germania, una gran parte della classe operaia). I dirigenti delle organizzazioni sindacali, fortemente legati a spirito di partito, fiutarono invece un pericolo nelle idee che egli diffondeva. A causa della loro opposizione il movimento per la tripartizione, nella sua forma originaria, dovette venire abbandonato.
E così la speranza di Steiner di risvegliare un movimento popolare fallì.

 

 

La pedagogia e la scuola Waldorf

 

Da tutto questo poté sorgere un’altra creatura dell'antroposofia: la pedagogia steineriana, che ben presto si affermò in tutto il mondo.
L'idea della tripartizione dell'organismo sociale aveva suscitato interesse a Stoccarda, soprattutto nella grande fabbrica di sigarette Waldorf-Astoria. Operai ed impiegati avevano accolto alcuni cenni che Steiner aveva fatto dei suoi principi pedagogici. Tutti desiderarono per i loro figli un nuovo metodo di educazione. Il direttore, Emil Molt, appagò quel desiderio: investì un capitale, fornì i locali adatti all'istituzione di una scuola e pregò Rudolf Steiner di prepararne gli insegnanti.
Egli aveva già tentato, precedentemente, di portare uno speciale interesse per la pedagogia nel movimento antroposofico. Nel 1907, infatti, aveva trattato in un’esposizione la educazione del bambino dal punto di vista della scienza dello spirito, che venne poi pubblicata in opuscolo. Ivi mostrava come una giusta comprensione delle leggi che governano il divenire del fanciullo e dell'adolescente dovesse necessariamente sfociare in una pedagogia completamente nuova.

Un piccolo gruppo di persone, per la maggior parte giovani, abbandonarono le loro precedenti occupazioni per diventare insegnanti della Scuola Waldorf. Ricevettero da Steiner stesso la preparazione indispensabile. Furono tenute, per loro, due conferenze al giorno, riunite sotto i due titoli di antropologia generale e di metodo e pratica dell'insegnamento. Fu inoltre istituito un seminario per esercitazioni pratiche.
La pedagogia steineriana si propone non solo di istruire l’intelletto e il sentimento, ma si rivolge anche allo sviluppo delle forze morali dei bambini. Il compito dell’insegnante è proprio quello di aiutare l'entità animico-spirituale del bambino, venuta sulla terra dopo un'esistenza pre-terrena, a orientarsi nel mondo fisico e a fortificarsi per la vita. Rudolf Steiner mostra come l'essere umano in divenire avanzi per un difficile cammino le cui tappe faticose sono ben riconoscibili: esse corrispondono al successivo sorgere di necessità materiali e morali. Il piano di studi e il metodo da adoperare nella futura scuola furono concepiti per corrispondere a queste necessità.

Steiner non diede ai suoi uditori un insieme di «ricette pedagogiche». Al contrario dimostrò loro come la pedagogia non debba mai essere applicata in maniera stereotipata, nel qual caso inaridirebbe e morirebbe. L'educazione è un’arte alla quale l'educatore si deve preparare. Quell'arte è da un lato rigidamente disciplinata da una legge fissa, cioè dalla necessità di seguire con la massima avvedutezza lo sviluppo naturale ed autentico dell'alunno, dall'altro lascia all'educatore una piena libertà di iniziativa personale. La pedagogia steineriana traccia soprattutto ad ogni educatore il cammino per una severa educazione di se stesso. A colui che segue tale via con perseveranza i fanciulli stessi insegnano a poco a poco come egli debba insegnare.

 

 

Il 17 settembre 1919 la Scuola Waldorf fu inaugurata. Tutte le materie insegnate furono improntate all'arte. La pittura, il canto ecc. furono inseriti in ogni programma, specie nelle prime classi. Le nozioni comunicate non dovevano essere rivolte solo all'intelletto del fanciullo. Si doveva cercare sempre di farle agire in maniera veramente formatrice sul sentimento e sulla volontà, perché a scuola il bambino va «tutto intero» e non soltanto «con la testa».
Alla morte di Rudolf Steiner la scuola contava già circa 900 alunni. La maggior parte dei genitori era costituita da «non antroposofi»; la scuola Waldorf non aspirava affatto a divulgare una particolare concezione del mondo e della vita. La sua reputazione aumentò anche all'estero. Professori di altre scuole, del tutto ignari di antroposofia, cercarono di informarsi circa la pedagogia Waldorf. Steiner venne loro incontro, convinto che il metodo della sua pedagogia poteva rendere fecondo l'insegnamento in qualsiasi scuola.
In Germania, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Steiner tenne un'ampia serie di conferenze pedagogiche basilari, invitato da insegnanti di differenti istituzioni scolastiche. Ma, affinché fosse possibile un'attività pedagogica molto estesa, bisognava che ci fossero delle «scuole modello» in cui la nuova pedagogia venisse praticata da un corpo insegnanti composto di antroposofi. A tal fine Rudolf Steiner si dedicò in particolar modo a perfezionare la scuola di Stoccarda.
Da Dornach vi si recò costantemente per assistere alle riunioni dei professori. Sotto la sua direzione quelle riunioni divennero un «seminario pedagogico permanente». Le visite di Steiner nelle classi erano delle vere e proprie feste. Una volta disse che pensava ogni sera a ciascuno degli allievi della Scuola Waldorf.

Dopo la morte di Steiner, la pedagogia «Waldorf» divenne largamente nota. Il Terzo Reich ordinò la chiusura degli stabilimenti scolastici dove era in pratica, ma dopo la seconda guerra mondiale un grande numero di nuove scuole Waldorf fu fondato in Germania e altrove.