FondsGoetheanum: Chi semina raccoglie

Selezione e sviluppo dell’agricoltura

L’agricoltura ha intanto continuato a produrre in modo sempre più intensivo : anche in un’azienda biologica ben condotta, si può raccogliere due a tre volte più di grano per ettaro oggi che cent’anni fa. La selezione ha modificato tutte le piante coltivate e le ha adattate continuamente ai cambiamenti delle condizioni di coltura e alle attese dei trasformatori e dei consumatori : senza selezione, la produzione intensiva attuale non sarebbe assolutamente possibile.
Le nuove varietà di cereali non devono essere attaccate, – o al massimo solo una piccola percentuale  – dalle malattie crittogamiche che ne fanno abbassare il rendimento. Devono essere sicure e stabili alfine di poter portare i loro frutti fino al raccolto; affinchè la farina dia un impasto che, malgrado il blocco della fermentazione e lo stoccaggio in cella frigorifera, resti stabile sufficientemente a lungo da permettere al panettiere di avere una giornata di lavoro « normale » senza essere obbligato di cominciare a lavorare alla una del mattino.

Ma che dire allora della qualità?

E’ a questo punto che bisogna rispondere alla domanda della compatibilità di tutte queste esigenze con il vero essere della pianta. Diverse pratiche relative alla selezione, gli emendamenti ed il modo di coltura favoriscono principalmente la crescita vegetativa « massiva », a forte rendimento, mentre che il processo di metamorfosi e di maturazione sono trascurati. Questi ultimi variano fortemente da un anno all’altro, determinandone gli aromi, il gusto e la struttura : essi rappresentano dunque letteralmente gli elementi qualitativi.

La selezione è un aiuto alla nascita di qualche cosa di nuovo

Il mondo vivente, e dunque le piante coltivate, non sono state create una volta per tutte, ma sono trascinate da un movimento di evoluzione continuo. Ne prendiamo poco a poco coscienza soltanto oggi ed è una costatazione che provoca molta angoscia. Gli esperimenti rivolti al passato, che mirano per esempio la conservazione di varietà antiche nelle banche genetiche, non possono risolvere il problema perchè si tratta di processi completamente estranei all’essere delle piante: quest’ultime vogliono crescere ogni anno ed essere modellate dalla terra ed il cosmos. I selezionatori accompagnano e guidano questo processo: l’ottenimento di una nuova varietà, che contribuisce all’ampliamento della diversità, tramite una scelta che persegue durante diversi anni, seguita dal mantenimento di nuove varietà.
Durante questo processo, le piante acquisiscono predisposizioni e finalmente nuove qualità ; appaiono generi vegetali che non esistevano prima. E’ così che i selezionatori partecipano passo a passo ad una nuova selezione di tutte le piante coltivate. Nelle loro parcelle sperimentali crescono molte specie uniche. Sono piante che non esistono altrove, piante che devono essere scelte dal selezionatore, il quale continua a migliorarle alfine di portare in futuro la loro contribuzione all’alimentazione umana.

Abbiamo bisogno di una rappresentazione dinamica del regno vegetale

Le piante sono molto di più di quello che la scienza attuale vede in esse. Il pensiero scientifico e riduttore le considera unicamente come meccanismi biologici complessi. Le piante sono degli esseri che possono vivere grazie alle relazioni intrattenute con altri elementi del loro ambiente, grazie ai quali elaborano la loro sostanza e si formano. Danno così un’immagine quantitativa e qualitativa del mondo che le circonda. Le piante che sono cresciute all’ombra presentano qualità diverse che le piante che crescono su una collina soleggiata. L’osservazione attiva di questo fenomeno, il monitoraggio del suo svolgimento, creano un pensiero ed una sensibilità aperti, mobili. Sono la condizione del superamento del materialismo e della realizzazione di nuove forme sociali.

Le spighe preparate per l’incrocio sono protette da custodie di carta contro l’impollinazione spontanea.

Le piante sono creature aperte, la fattoria e l’ambiente contribuiscono alla loro formazione

Le piante sono creature aperte. Vivono crescendo in continuazione, lasciandosi modellare dal loro ambiente. La fase “seme” rappresenta unicamente una pausa di crescita limitata nel tempo. La metà del loro essere proviene dall’ ambiente, dal paesaggio e dal nucleo della fattoria. Dare loro forma è un compito che appartiene agli agricoltori, non ai selezionatori. Malgrado ciò, questi ultimi devono conoscere perfettamente le condizioni agricole ; una stretta collaborazione è necessaria se si vuole riuscire ad ottenere delle varietà che siano buone sotto tutti i punti di vista. Le persone che si dedicano alla selezione devono stabilire per ciascuna varietà, le caratteristiche specifiche relative alla sua crescita e al suo sviluppo. Altrimenti la qualità tipica si perde, perchè essa non è designata dalla natura, ma riconosciuta dall’uomo, concettualizzata, colta e rimodellata. Si tratta di questioni delicate, che esigono una conoscenza intima dei vegetali e decisioni coraggiose per l’avvenire.
Come si possono ad esempio migliorare le antiche varietà di farro, estremamente sensibili alle malattie e al sistema di immagazzinaggio, limitando il rischio di un cattivo raccolto, sempre preservando la qualità tipica di questo cereale? Come possono certe varietà di carote mantenere le loro foglie verdi, necessarie alla raccolta meccanica, senza perdere d’altro canto la loro capacità alla conservazione, il loro aroma e la loro croccantezza? Come possono i cereali resistere alle piogge durante diverse settimane senza che le loro spighe comincino a germinare prematuramente e senza produrre sostanze inibitrici di enzimi che bloccheranno la germinazione delle future semine e probabilmente anche la digestione nell’uomo e nell’animale, rendendo il cereale non commestibile?

Raccolta di nuove varietà di farro

Intensificare la produzione tradizionale invece di incrementare la produzione industriale

Selezione vegetale in biodinamia significa integrazione della selezione nell’organismo agricolo. A differenza dell’agricoltura convenzionale, l’agricoltura biologica si accontenta di risorse presenti nell’azienda e sul luogo ed è con esse che la proprietà deve essere gestita. Si può ad esempio organizzare la rotazione delle colture o stabilire un rapporto equilibrato tra coltura ed allevamento, in modo che questi due settori di attività si sostengano e si rinforzino mutualmente. La selezione biologica deve tener conto anche di questo. Le varietà ricercate devono essere capaci di mettere a profitto tutte le risorse disponibili per ottenere buoni rendimenti, di qualità superiore. Rendimenti elevati compongono una parte degli obiettivi che qualsiasi agricoltura sana desidera ottenere.

La selezione biologica si confronta con grandi sfide: affrontiamole !

I cambiamenti climatici arrivano più rapidamente di quel che pensiamo e porteranno sempre più malattie crittogamiche. Quest’anno, siamo stati obbligati a rinunciare a grandi spazi nelle parcelle sperimentali perchè la ruggine gialla ci si era fortemente diffusa. Per i selezionatori, ciò è benefico, perchè permette loro di distinguere le piante resistenti da quelle sensibili e quindi di fare una selezione. Ma quando delle piante sensibili a tal punto sono coltivate su grandi superfici, la situazione può rivelarsi velocemente drammatica, perchè il calo di rendimento per gli agricoltori è considerevole. I selezionatori devono costantemente verificarne l’evoluzione. Anche l’agricoltura biologica  si modificherà. Nuove forme di intensificazione si annunciano nella coltura e, in avvenire, dovremo fare ancora più attenzione alla gestione delle risorse. Bisogna inoltre aumentare gli sforzi miranti a produrre in tutte le regioni della terra gli alimenti di cui  hanno bisogno.

Le selezioni biologiche non sono un lusso – Sementi per il futuro

Per questo motivo è necessario che nel mondo intero nascano innumerevoli iniziative di selezione, su piccola scala, attive su un piano regionale. Non possiamo più vivere in una Svizzera ricca o in Europa con l’illusione di poter andare a cercare a basso prezzo e secondo i nostri desideri qualsiasi genere di prodotti provenienti dall’America del Sud, dall’Africa, dall’India o da altrove. Perchè quando agiamo in questo modo, svuotiamo i piatti di coloro che hanno meno soldi di noi a loro disposizione!
La selezione vegetale biologica (organic plant breeding) non è un lusso che possiamo permetterci perchè viviamo nella ricca Europa : è una necessità alla quale dobbiamo rispondere, per interesse verso le generazioni future. Siamo responsabili delle piante coltivate. Il grano ha diecimila anni di storia dietro di sè e in solamente cento anni, la selezione ha radicalmente modificato tutte le piante coltivate. A cosa somiglieranno le piante coltivate tra cento anni, nel 2114 ? Possederanno la qualità che permette di nutrire realmente l’essere umano ?

Abbiamo la scelta !

E’ venuto il momento per tutti gli interlocutori della catena di produzione alimentare, come anche per i consumatori di rendersi conto delle conseguenze finali del loro comportamento verso le piante. Il potere delle multinazionali di sementi che dominano il mercato può essere stroncato a condizione che il lavoro dei selezionatori biologici sia meglio finanziato e che sempre più contadini utilizzino le sementi riproducibili di questi selezionatori e che le imprese di trasformazione, i commercianti e i consumatori chiedano espressamente questi prodotti.
Le persone che acquistano nei negozi di alimentari influenzano, tramite la scelta di prodotti e il prezzo che pagano, il metodo di produzione e per finire anche il modo di selezionare. Siamo tutti attori dello sviluppo, abbiamo la scelta!

Peter Kunz, Getreidezüchtung Peter Kunz