FondsGoetheanum: Economia

Un esempio: Remei SA

Totale trasparenza della catena di produzione e dei prezzi

Sviluppando il marchio di qualità bioRe®, la società svizzera Remei SA ha dato corpo ad una visione : la produzione di articoli di abbigliamento in cotone biologico equo in una catena di produzione controllata, perfettamente trasparente.
Dalla cultura biologica, passando dalla trasformazione e arrivando fino al prodotto finito, tutte le tappe della produzione rispondono a severe esigenze ecologiche e sociali, controllate da istituti indipendenti.
In tutti i suoi campi di attività la società Remei SA ubbedisce a cinque principi :

Cultura biologica
Promozione e conversione a culture e rotazione di culture certificate biologiche

Equità
Condizioni di lavoro rispettose della dignità umana per le famiglie di contadini e gli operai dell’industria tessile

Ecologia
Rispetto della natura, che implica tra l’altro l’abbandono di prodotti chimici tossici.

Trasparenza
Rintracciabilità totale del prodotto e controllo a tutte le tappe della sua trasformazione.

Innovazione
Riflessione continua sui progetti e uso cosciente delle risorse, per esempio riduzione e compensazione delle emissioni di CO2.

Una catena di cotone equo

La Remei SA, attiva in diversi continenti, produce articoli di abbigliamento in cotone equo in una catena di produzione la cui trasparenza è controllata. Il suo fondatore e direttore Patrick Hohmann  determina i prezzi tenendo conto della necessità di coprire i bisogni fondamentali di tutti i componenti di questa catena di produzione. Una sfida permanente.

Gestione associativa per dei prezzi equi

La decisione del prezzo come praticata dalla Remei SA è un segno di gestione associativa, ma secondo l’esperienza di Patrick Hohmann, ci rappresenta una sfida permanente. Egli spiega : « Attualmente la gestione è sottomessa ad un obbligo sempre crescente di trasparenza. Si potrebbe dire che la gestione associativa è diventata più difficile, perchè gli accordi che deve concludere una comunità portano su un gran numero di punti ed esigono lunghe contrattazioni.

Il cotone appena raccolto

Un appello alla sensibilità globale

Si parla sovente del prezzo giusto, equo, eppure in realtà è raramente quelloil prezzo che paghiamo. Il prezzo equo è il risultato di un confronto. Quel che è determinante è il potere che ogni individuo ha di imporre il proprio punto di vista o la capacità della comunità di giungere ad un consenso. Si suppone inoltre che ciascuno sia percepito come individuo che ha partecipato al processo di elaborazione. Ma è possibile ? Quali sono le difficoltà incontrate nell’esercizio di una vera collaborazione su tutti i continenti (tenendo conto delle loro culture differenti), con lo scopo di unire riuscita economica e pratica autenticamente associativa ?

Realtà economiche confrontate al tempo e alla qualità di vita

L’economia associativa esige generalmente un grande senso delle responsabilità e grandi competenze, sia economiche che umane. Il nostro mondo occidentale, nel quale la vita è organizzata e regolata all’estremo, non riesce a prendere abbastanza in considerazione il valore di altre culture. La nostra concezione del « tempo » e della « redditività economica » è posta su un piedistallo, facendoci dimenticare le concezioni esistenti in altre regioni del mondo, più attaccate alla nozione di « qualità di vita ». Ora, questi diversi approcci potrebbero arricchirci reciprocamente, a condizione di rivisitare le nostre unità di misura.
Durante la mia vita, ho imparato ad apprezzare culture talmente diverse dalla nostra. Lavoriamo con degli Asiatici, Indiani, Africani, Europei e Americani. Posso continuamente approfittare delle caratteristiche specifiche ad ogni cultura. Se potessi utilizzare meglio tutte queste competenze, riuscirei magari a creare una vera economia di mercato associativa. Posso provare a descrivere questa differenza prenendo esempio dall’elaborazione di un preventivo.

Ogni paese è diverso

Avete sicuramente già fatto l’esperienza di redigere un preventivo familiare. E’ estremamente raro che tutti i membri della famiglia siano d’accordo di riunirsi attorno ad un tavolo per discutere di questo tema. Per qualcuno la questione è importante, mentre  che per l’altro non ha alcun senso : quando non si ha più denaro si smette semplicemente di spenderne. Il terzo vorrebbe economizzare una certa somma e spendere il resto, … Noi Europei abbiamo comunque un punto di vista comune : se redigiamo un preventivo, deve assolutamente esprimere qualcosa !

Giornata porte aperte in India: incontro fra i contadini membri di bioRe® e i clienti.

In India : « Cosa vuoi che ci scriva ? »

Un Indiano non pensa come noi. Redigendo il preventivo si chiede quello che il suo interlocutore vorrebbe ottenere. Presenta le cifre dicendo inconsciamente fra di sè : « Non so cosa si aspetti il mio destino da me. Devo aspettare. Ma non è possibile aspettare eternalmente e quindi si chiede : « Cosa vorrebbe vedere il mio cliente ? » Quindi gli chiede : « Cosa vorresti che scriva qui sopra ? »

BioRe® Tanzania.

In Africa : « Quando avrai finito, ritornerò »

L’Africano ha una nozione completamente diversa dell’elaborazione di un preventivo. Arriva in ufficio di buon mattino, prende nota che io, Patrick Hohmann, vorrei lavorare su un preventivo, mi porta tutto ciò di cui ho bisogno, si congratula con me per la mia decisione dicendomi : « Sono contento che a te piaccia elaborare un preventivo. » Con un gran sorriso, chiude questo piacevole incontro dicendo : Quando avrai finito, ritornerò ! »
Conoscete un popolo che possieda migliori strade di noi Europei ? Conoscete un popolo capace di sopportare il proprio destino meglio del popolo asiatico ? Conoscete un popolo che soffra meno della sindrome dell’esaurimento del popolo africano ? O più esattamente : conoscete un Africano che deve curarsi a causa di un esaurimento?
E’ così che le tre culture si sono sviluppate. Noi Europei abbiamo eccellenti infrastrutture, ottimi sistemi di pensione, di assicurazioni malattia e molte altre cose ancora. Gli Asiatici hanno la capacità di accettare il loro destino e affrontarlo anche quando si tratta di una catastrofe, come un tsunami. L’Africano possiede la capacità di vivere l’attimo presente. La sua caratteristica principale è quella di vivere al ritmo della natura. Non pensa come noi Europei ; non può organizzarsi come lo facciamo noi.  Il giudizio che portiamo su di lui può essere distruttore. Ma esiste un punto sul quale ci precede : egli ha tempo, tempo di legarsi al ritmo della terra.


A cosa corrisponde un prezzo equo ?

L’economia associativa si presenta dunque come la soluzione ideale alle nostre domande sull’economia mondiale, sui prezzi. Cosa rappresenta un prezzo equo ? Non è lo stesso per ciascuno di noi,  ma è un prezzo che lascia a ciascuno uno spazio di sviluppo, un prezzo trasparente, che non soddisfa nessuno pienamente, ma che non lascia nessuno deperire nell’indigenza e la povertà. Perchè se il prezzo accontentasse pienamente una sola delle due parti, cesserebbe improvvisamente ogni possibilità di evoluzione.
Sì, queste parole sembrano dure, ma gli affari riusciti sono quelli in cui sono stati stabiliti limiti tra gli uomini o per la natura, non con lo scopo di frenarsi vicendevolmente, ma per nobilitare il frutto della collaborazione. L’economia associativa è una forma di gestione che esige un apprendistato, un esercizio permanente e richiede l’arte di ascoltare le argomentazioni più contradditorie senza tuttavia perdere di vista lo scopo principale : fabbricare un prodotto che corrisponda ad un bisogno, in una prospettiva economica.
A questo fine, degli esseri umani devono collaborare nel miglior senso possibile e con lo stesso scopo. Per ciò, devono anche possedere una visione comune, radicata in una realtà spirituale, che potrà di fatto esprimersi solamente più tardi, attraverso scambi basati su un desiderio di comprensione mutuale. E’ così che in futuro non è più l’individuo da solo che entrerà nel gioco della concorrenza ; si formeranno invece delle associazioni competitive. Ma giustamente : in futuro ! E per riuscire in questo compito, bisognerà sempre darsi un gran daffare.

Patrick Hohmann