FondsGoetheanum: Mucca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

« Un'opportunità: la rivoluzione della sostenibilità»

 

 

 

Dalla politica agraria alla politica alimentare

L'agricoltura ha guadagnato una nuova importanza politica negli ultimi anni, portando dibattiti appassionati e profondamente sentiti. Basta guardare la lista delle  ultime iniziative popolari: per la sicurezza alimentare, per la sovranità alimentare, per un commercio equo, per acqua potabile pulita e un'alimentazione sana, contro i pesticidi di sintesi, per la protezione delle corna di mucca, contro l'allevamento intensivo. È stata appena promossa una nuova iniziativa per incoraggiare la produzione vegetale... al parlamento i dibattiti sono tutti movimentati, come dimostra la sospensione delle discussioni sulla politica agricolo dopo il 2022.

Un focus sulla sicurezza alimentare

Il rapporto tra uomini e animale è al centro di questi dibattiti. Bisogna dire che il 60% dei nostri terreni agricoli sono utilizzati per nutrire le bestie destinate all'alimentazione umana, e che, inoltre, ogni anno dobbiamo importare più di un milione di tonnellate di foraggio. Non si tratta dunque solo del benessere animale o dell'impatto sul clima: è in gioco anche la nostra sicurezza alimentare. Sarebbe auspicabile che si parlasse molto di questi temi in ambito politico, ma le discussioni guadagnerebbero molto se fossero più ponderate.

I pascoli sono un prezioso tesoro

Sì, i pascoli hanno un impatto sul clima e sulla biodiversità, impatto che deve essere fortemente ridotto. Sì, produrre troppa carne in Svizzera mette a rischio la nostra sicurezza alimentare e ci rende più dipendenti dalle importazioni. Sì, l'allevamento intensivo non è difendibile, perché è contro il benessere dell'animale. Malgrado ciò, nel nostro paese è ben possibile un allevamento rispettoso dell'ambiente e degli animali. Abbiamo più pascoli che meritano di essere valorizzati e la nostra cultura culinaria si basa in parte su prodotti di origine animale.

Dalla politica agricola alla politica alimentare

Questi ultimi anni mi ha stupita la maniera in cui il dibattito politico si è concentrato sulla produzione agricola. Il ruolo degli altri attori della filiera di produzione è stato spesso trascurato andando invece a stigmatizzare ingiustamente gli agricoltori. Le fasi di trasformazione e di commercializzazione sono spesso poco considerate per quanto riguarda questa problematica. E poi in nessun caso viene tenuto conto della responsabilità dei consumatori. Tuttavia in Europa le politiche agricolo stanno diventando delle vere e proprie politiche alimentari, che includono l'insieme degli attori coinvolti dalla produzione alla consumazione, dalla fattoria al piatto. Tutto è interconnesso: gli eccessi nella produzione animale sono lo specchio della voracità dei consumatori per la carne. Il consumo di questa è esploso negli ultimi anni, fino ad arrivare a quantità che sono oggi tanto problematiche per la salute quanto lo sono per l'ambiente.

Consumare meno carne

Un dibattito politico più sereno e costruttivo dovrebbe includere tutti gli attori del settore agroalimentare. Gli agricoltori da soli non possono risolvere i problemi ambientali né, tantomeno, quelli relativi alla produzione della carne. Solo una riduzione del consumo di carne permetterebbe di allevare gli animali con criteri di qualità accettabili, su una scala di valori umana, più rispettosa degli animali, del clima e delle risorse naturali. L'agricoltura biologica, richiedendo agli allevatori di commisurare la grandezza dei loro greggi a quanto può essere prodotto localmente per nutrirli, segna il giusto cammino da prendere per un migliore equilibrio. Ma affinché soluzioni simili diventino generalizzate ognuno deve fare la sua parte, la filiera della trasformazione e della distribuzione alimentare, così come i consumatori.

Adèle Thorens Goumaz, membro del Consiglio degli Stati